L’impiantistica e l’Open BIM
In occasione del webinar “L’approccio integrato alla digitalizzazione dei processi di progettazione e manutenzione BIM” organizzato da TeamSystem lo scorso 26 marzo 2020, Edilclima ha portato il proprio contributo mostrando come questo nuovo approccio alla progettazione possa trovare riscontro nelle attività quotidiane del progettista termotecnico.
Oggi stiamo vivendo nel periodo della Quarta Rivoluzione Industriale, quel momento storico in cui si cerca la connessione tra ciò che fisicamente siamo in grado di produrre e gli strumenti digitali che abbiamo a disposizione.
In questi anni in effetti qualcosa è cambiato: ci si è rivolti ad una visione olistica della progettazione, ad un approccio integrato tra le varie discipline, che ci ha condotti sempre più ad avvicinarci ad una nuova metodologia di lavoro il Building Information Modeling, meglio noto come BIM. Utilizzare una metodologia BIM è un’esperienza complessa che prevede l’uso di diversi strumenti: piattaforme di gestione per la condivisione delle informazioni, software authoring per la creazione dei modelli digitali e strumenti specifici per le analisi di dettaglio che ciascun progettista deve svolgere in relazione alla propria disciplina. La numerosità degli strumenti a cui si può affidare un professionista oggi non è tuttavia direttamente proporzionale alla semplicità di applicazione del Building Information Modeling. Ciò che rende difficoltoso l’avvicinamento al BIM è proprio lo scambio di informazioni: quando si applica questa metodologia di lavoro la parola chiave è interoperabilità, ovvero, ogni protagonista del ciclo deve poter effettuare il suo lavoro utilizzando gli strumenti software più adatti ai suoi scopi, potendo nello stesso tempo scambiare dati con gli altri progettisti senza che questi vadano persi.
Se è chiaro che interoperabilità è la parola chiave del metodo BIM, meno chiaro oggi è come possiamo garantire questa condizione. La soluzione sulla quale si punta maggiormente è quella dell’OpenBIM. Lavorare seguendo un flusso di lavoro OpenBIM significa poter creare i propri modelli o le proprie analisi con il software più adatto alla disciplina che si sta studiando e poter scambiare le informazioni con i colleghi, che a loro volta staranno utilizzando i software più adatti per i loro scopi, mediante un formato che permetta a tutti in maniera universale, di leggere o scrivere informazioni. Il formato file che viene utilizzato per questo scopo è l’IFC Industry Foundation Classes. IFC è quindi un formato che, grazie ad un suo linguaggio, permette di codificare le informazioni in maniera universale per consentire anche a software diversi da quello che ha generato le informazioni di acquisirle: qualcosa di simile ad un formato PDF applicato al mondo BIM.
Il professionista termotecnico quindi come si inserisce in una realtà progettuale improntata secondo le logiche del BIM?
Quando il progettista deve procedere al dimensionamento o alla verifica di un impianto e sta lavorando in ambito BIM ha due importanti fasi di scambio dati mediante IFC con i colleghi:
- fase di INPUT nella quale si importano geometrie dal modello architettonico per avere i riferimenti spaziali che vincolano la modellizzazione del sistema e i dati caratteristici di ciascun ambiente che costituiscono le fondamenta per le scelte progettuali;
- fase di OUTPUT nella quale si esportano le geometrie, le informazioni associate agli elementi impiantistici modellati e i risultati di calcolo i quali possono essere utili per fare dei controlli di interferenza con elementi di altre discipline (clash detection).
Tutto questo oggi è già realtà? Sì, anche se le difficoltà maggiori si hanno non nella semplice fase di importazione o esportazione delle informazioni ma quando queste, in entrata o in uscita dal file di analisi, debbano essere riaggiornate, evitando al professionista di perdere preziosi dati già elaborati o dovendo riprendere il suo operato dal principio.
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Edilclima ringrazia TeamSystem per la gentile concessione alla riproduzione del video.