Dal CAD al BIM: l’origine del BIM

Dal CAD al BIM: l’origine del BIM

Il termine BIM è un acronimo che significa Building Information Modeling ovvero “modello informativo dell’edificio”.

Il NIBS (National Institute of Building Science) definisce il BIM come la “rappresentazione digitale di caratteristiche fisiche e funzionali di un edificio”: questa è forse una delle più note definizioni di BIM ma moltissime altre ne sono state date e spessissimo sentiamo elencare quelle che sono le caratteristiche della METODOLOGIA BIM. Tutto questo dovrebbe farci capire, senza alcun dubbio, che BIM non è un software ma un processo che unisce strumenti, modelli e metodi per sviluppare tutti i passaggi che costituiscono una filiera sia essa dell’industria meccanica o delle costruzioni.

Il BIM si sviluppa, prendendo piede sotto forma di veri e propri software in grado di realizzare questi modelli, sul finire dello scorso secolo, quando già iniziava ad essere chiaro come non era più sufficiente essere efficienti dal punto di vista del disegno ma diventava anche necessario organizzare e gestire correttamente tutte le informazioni che costituiscono il cuore di un progetto. Si passa quindi dalla mera rappresentazione grafica alla rappresentazione parametrica orientata ad oggetti.

DalCADalBIM art3 Fig1

Fig. 1 - Oggetto muro Autodesk Revit

DalCADalBIM LoghiADSK

Ciò che ha spinto alla teorizzazione del BIM, che avveniva nello stesso momento in cui si assisteva alla diffusione e affermazione dei software CAD, non era il bisogno di un nuovo strumento digitale ma la necessità di avere un insieme di strumenti che potessero essere utilizzati per la gestione di un’intera filiera produttiva, con i quali si potessero creare modelli per veicolare informazioni.
I modelli non sono altro che rappresentazioni virtuali dell’elemento reale costituiti da oggetti contenenti tutte le informazioni che li caratterizzano.
Ecco quindi come solo un sistema di progettazione orientata ad oggetti poteva assolvere a questo scopo.
In questo tipo di rappresentazione tutti gli elementi sono suddivisi in Classi caratterizzate da uno o più attributi: nascono allora dei software che ragionando in questo modo non ci fanno più tracciare degli insiemi di linee ma ci forniscono degli oggetti con delle proprietà, che rappresentano i reali componenti dell’edificio (se parliamo di edilizia) e che sono ricchi di tutte le caratteristiche costituenti l’elemento reale.

Cambia quindi il modo di rappresentare il progetto: si lavora direttamente all’interno di uno spazio 3D, inserendo degli oggetti e dal modello tridimensionale si estrapolano viste bidimensionali di piante, sezioni, prospetti fino ad arrivare anche al disegno di elementi di dettaglio come i nodi costruttivi di un edificio per realizzare dalla tavola preliminare a quella esecutiva sempre usando lo stesso modello. Gli oggetti, oltre ad essere ricchi di attributi informativi, sono anche “smart” dal punto di vista grafico, più tecnicamente sono oggetti parametrici.
Un oggetto è definibile parametrico quando ha al suo interno delle precise istruzioni di comportamento che fanno si che esso si modifichi o si adatti in maniera automatica quando vengono eseguite delle variazioni sul modello, rendendo così sempre più efficiente la progettazione e tutte le eventuali correzioni che devono essere apportate agli elaborati.

Le informazioni contenute nel modello non sono riferite necessariamente ad un’unica disciplina ma è possibile lavorare contemporaneamente su un modello coordinato nel quale convergono discipline differenti, garantendo così un miglior controllo del progetto globale sin dalla fase di progettazione, oppure grazie all’Open BIM e all’uso di formati aperti come IFC è possibile realizzare l’interoperabilità senza perdita di dati tra professionisti che operano con software differenti. I modelli informativi realizzati seguendo questa metodologia possono contenere tutte le informazioni del ciclo di vita dell’edificio dalla fase di ideazione/progettazione, fino all’eventuale demolizione, consentendo alle diverse figure che lavorano sull’edificio in fasi differenti del suo ciclo di vita di poter interrogare i modelli per ottenere le informazioni necessarie.

Per maggiori informazioni sul software Edilclima EC700 che consente di importare automaticamente gli IFC clicca qui >>

Segui la rubrica Dal CAD al BIM
Prossimo articolo: CAD e BIM a confronto

 

Pubblicato il: 22/06/2020
Sezione: BIM
Autore: Ing. B. Soldi – Technical Support Edilclima