Dal CAD al BIM: introduzione
La rubrica Dal CAD al BIM nasce con l’intento di fare chiarezza sul passaggio che stiamo vivendo in questi anni, che conduce i professionisti verso l’utilizzo di una nuova metodologia di lavoro: il BIM.
La premessa è ormai ben chiara e nota ma forse non per tutti è così scontato quali siano le differenze tra mondo BIM e mondo CAD al di là della rappresentazione 3D o 2D.
Del Computer Aided Design (CAD), che i professionisti quasi quotidianamente utilizzano, ci siamo scordati la storia e le ragioni che lo hanno fatto diventare il più diffuso strumento di lavoro dopo il disegno manuale, e del Building Information Modeling (BIM) spesso si conosce solo la punta dell’iceberg: se ne si ignorano i veri vantaggi e lo si immagina come un percorso ricco di difficoltà, insidie e complessi passaggi metodologici, poco utili soprattutto per edifici di piccole-medie dimensioni.
Ciò che più di tutto “sfugge” quando si mettono a confronto il CAD e la metodologia BIM è il fatto che il BIM non sia semplicemente un software ma un vero e proprio processo nel quale vengono utilizzati più applicativi tra i quali avviene un preziosissimo scambio di informazioni per l’intera filiera produttiva.
Le aziende che oggi propongono sul mercato software per il disegno 2D o prodotti per entrare nella filiera del BIM sono molte: tra queste si distingue Autodesk che produce sia AutoCAD, software per il disegno 2D e 3D, che Revit, programma di disegno parametrico in grado di gestire diverse discipline all’interno dei modelli con esso realizzati.
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Nei prossimi articoli verranno approfondite la storia del CAD, Computer Aided Design e del BIM, Building Information Modeling al fine di comprenderne al meglio caratteristiche e differenze e verrà proposto un confronto tra i due strumenti per capire qual è la strada che stiamo intraprendendo oggi e a quali strumenti e metodologie si rivolgerà il professionista di domani.
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